jueves, 14 de abril de 2011

mpalemmu




"a big part of the celebration is experimenting the transformation of work space, or traffic space, or some kind of official space into playfield" (R.Schechner)
to merge:
fondere o incorporare qualcosa con qualcosa
mescolare- amalgamarsi
fondersi con- unirsi con- confluire in-congiungersi
congiungersi con
fondersi
confondersi
perdersi in- mimetizzarsi tra


Surreale come un camaleonte fuxia. Una contraddizione in termini. Un ossimoro visivo.
Camaleonti falliti, vorremmo essere essere un tutt'uno con la scenografica architettura palermitana, ma non è possibile perchè abbiamo indosso dei vestiti fuxia, trovati, i due, su una bancarella a Porta Portese. Un euro. Impossibile resistere.
The scarlett women- vestiti da prostitute dei tempi del Can Can.
Impulso a dipingere l'architettura con i nostri corpi in fuxia.
Camouflage: è una maniera per nascondersi.
Come tartarughe che nascondono gli arti e la testa al proprio interno, per essere un tutt'uno con lo spazio. Rimane il guscio a tradire la presenza.


Proponiamo un'esperienza visuale straniante.
Fuori contesto-fuori di casa.
Una performance itinerante che attraversa gli spazi pubblici del centro storico.
La strada è il nostro teatro.
Destinatari: i passanti
Nate nell'era sbagliata?
La dolce vita, la vie en fuxia.
Stereotipi di donne melodrammatiche ispirate da Mina e Valie Export
Sveniamo sempre. E adattiamo il nostro corpo agli spazi che ci accolgono.
Una tragicommedia di macchie di colore.
Proponiamo un approccio giocoso alla pratica performativa: si tratta di un atto ludico che trasforma lo spazio attraverso il suo stesso uso.
Come clowns instighiamo alla re-azione contro l'indifferenza quotidiana del passante.
Vogliamo scardinare la quotidianità.




Siamo graffiti umani, effimeri, articoliamo una scrittura del corpo nel tentativo di “concepire il sé come corpo in diversi contesti di spazio e di luogo: nelle sue varie, impensate forme di espressione così come nella sua determinabilità attraverso l'architettura” .(Edith Fuscher)
Ci sentiamo ispirate dal lavoro di Valie Export, che nel ciclo Korperkonfigurationen (1972-1976) utilizza il corpo come forma plastica, in una serie di sperimentazioni del rapporto tra il corpo femminile e lo spazio, in cui quest'ultimo non si configura solo come “ambiente”, ma come contesto riorganizzato o definito dall'azione esplicata dalla persona che ne costituisce il centro ideale.

Ci conformiamo alle diverse strutture spaziali, adagiamo i nostri corpi ad un paesaggio, ne seguiamo le linee o imitiamo la configurazione degli oggetti.
Imitando linee e angoli, riempendo gli interstizi il corpo femminile viene adattato, è mostrato come un “secondo”: qualcosa che viene aggiunto, che si lascia aggiungere, ma anche che cambia e rifunzionalizza lo spazio stesso.

Ci piace contrapporre alla logica di ciò che è fisso una a-logica di ciò che è fluido: un modo altro di strutturare la realtà.

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